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L'importanza dei riti

2020-09-22 13:07

Federica Gandini, Psicologa e Psicoterapeuta

Psicologia,

L'importanza dei riti

“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice.

 

“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti”. (“Il Piccolo Principe”, A. de Saint-Exupery)

 

 

In psicoterapia è importante avere dei riti. C'è un luogo di incontro, sempre lo stesso. Si mantiene un appuntamento fisso, con cadenza settimanale, bisettimanale o mensile, a seconda degli accordi presi con il terapeuta. Ma c'è comunque un appuntamento al quale sia il paziente che il terapeuta si possono "prepare", un giorno preciso che possono attendere. Il paziente, durante il tragitto, potrà pensare alle cose importanti da riferire al suo terapeuta. Potrà pensare alla settimana appena trascorsa, all'obiettivo appena raggiunto o a quello che proprio gli ha creato difficoltà. Il terapeuta potrà concentrarsi sulla persona che sta per entrare, riepilogare mentalmente la sua storia, per contenere dentro di lui tutti i pezzi, che talvolta anche il paziente dimentica qua e là! -ma lui è lì proprio per questo-.

Poi ci sono le frasi di rito: "Prego, si accomodi" (ed ora anche: "prego, si igienizzi le mani"). Ci sono i posti assegnati: la poltrona del paziente e quella del terapeuta. E una volta celebrato questo rituale, la seduta può incominciare. I cuori sono pronti, come direbbe de Saint-Exupery, e in questo caso anche gli inconsci. Sì, perchè da quel punto la seduta seguirà delle leggi sue, diverse da quelle di una qualunque altra conversazione. Perchè l'inconscio segue altri schemi, è al di fuori dalle convenzioni e vuole liberarsi dalle consure auto-imposte, dai giudizi automatici. Ci vorrà del tempo perchè questo accada, ci vorranno rituali ripetuti e interiorizzati. Ci vorrà fiducia e conoscenza reciproca. Ma quando accadrà sarà magia, sarà liberazione. Sarà parlare di cose per anni escluse dalla propria vita, e quindi dalla consapevolezza. Sarà intuito, sarà nuova comprensione di dinamiche sotterranee, che guidavano di nascosto la nostra vita. Sarà crescita, sarà amorevolezza. 

 

Ma per fare questo ci vogliono i riti. Ci vogliono precise condizioni, una sorta di "contratto" che entrambe le parti si impegnano a rispettare. Ci vogliono dei tempi, in cui ci si impegna entrambe ad essere presenti  e a lavorare con presenza, appunto.

Ecco svelato uno dei segreti più importanti della buona riuscita di un percorso, che noi terapeuti, solitamente, chiamiamo "setting". 

Capite, ora, il valore dei riti? 

 

Vi auguriamo un autonno pieno di riti, che possano preparare il vostro cuore ad accogliere.

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