Joker siamo tutti noi. In potenza. Joker è l’OMBRA dentro ognuno di noi. Joker ci racconta che non bastano i fattori genetici a sviluppare una malattia psichica, né basta la componente neurobiologia -probabilmente soffre della sindrome pseudobulbare-. Ci racconta che non bastano i traumi subiti da bambini: due fratelli cresciuti nella stessa casa, vivendo gli stessi sopprusi, non è detto che sviluppino un disturbo mentale. Non basta un trauma subito da adulto: i traumi ci stravolgono e stravolgono le nostre priorità. Ma hanno impatti profondamente diversi su ognuno di noi.
Ma forse ne servono tanti, ripetuti, che magari vanno ad innestarsi sul trauma originario. Come se ci fosse una crepa nella struttura di Joker, e tutto dipende da cosa accade dopo.
E dopo accade il bullismo, quello nelle strade e quello nei social media. E accadono i tagli ai servizi sociali. Accade una Psicologa che non ti ascolta. E accade che "la cosa peggiore di una malattia mentale... è che la gente si aspetta che ti comporti come se tu non ce l’avessi". Accade che la società ti isola, ti emargina, ti stigmatizza. E allora accade che quella struttura crepata, a un certo punto faccia CRACK!
Penso che vedere un film come jocker negli Stati Uniti, dove spesso il disagio mentale e la facilità nel reperire armi ha portato al consumo di terribili stragi, sarebbe stato troppo forte per me. E vederlo oggi, in Italia mi fa riflettere su alcune dinamiche sociali, sulla pericolosità di alcuni movimenti politici, sull’importanza della serietà nel mio lavoro.