Oggi vi racconto la storia di due gemelli.
Erano stati concepiti nello stesso grembo; passavano i secondi, i minuti, le ore mentre le due vite si formavano.
Le prime settimane furono grandiose! Un meraviglioso senso di libertà e di leggerezza li avvolgeva completamente. Il loro mondo era morbido, spazioso, dolcemente rumoroso.
Le settimane diventarono mesi, e così arrivò il nono mese. Si accorsero del grande cambiamento che stava avvenendo nell’altro ed ognuno cominciò ad avvertirlo anche in se stesso. Iniziarono ad avvertire il loro mondo che si faceva sempre piu’ stretto, che gli concedeva sempre meno libertà e si faceva sempre meno adatto ad accoglierli.
"Tutto sta cambiando" disse il primo "Che vorrà dire?".
"Vuol dire" replicò l’altro "che ... ci stiamo avvicinando alla nascita."
Un brivido li attraversò, ed entrambi ebbero paura poiché sapevano che la nascita significava andare via da tutto il loro mondo.
"Ma che ne pensi? Ci potrà essere vita dopo la nascita?" domandò il primo.
"Penso di si. La nostra esistenza qui significa crescere e svilupparsi allo scopo di prepararci per la vita dopo la nascita, così che saremo abbastanza forti per ciò che dovremo incontrare."
"Come può esserci vita dopo la nascita?!" urlò il primo "In che modo potrebbe essere?"
"Be’, non lo so con esattezza. Ma io mi immagino che sarà piu’ luminoso di qui. E forse potremo camminare... e nutrirci con la bocca."
"Che sciocchezze! Come potremmo camminare?! E mangiare con la bocca, che idea bislacca! Abbiamo il cordone ombelicale che ci nutre, non lo sai? E anche camminare sarebbe anche impossibile con questo cordone! Anche adesso sembra così corto"
"Invece io penso che esista. E sarà tutto diverso da come è qui"
"Come fai a dirlo?! Nessuno è mai tornato dal dopo nascita! Con la nascita la vita finisce... "
L’altro cadde in una grande disperazione, e nella sua disperazione mormorò "Se lo scopo del concepimento e di tutta la crescita è finire con la nascita, allora la vita è proprio assurda."
Ma poi aggiunse: "Sebbene io non sappia esattamente come possa essere la vita dopo la nascita, sicuramente incontreremo nostra madre e allora lei si prenderà cura di noi".
"Madre?! Tu credi nell’esistenza della madre?"
"Ma C’É una madre" protestò il secondo "Chi è allora che ci dà da mangiare, che ci nutre... chi è che ci dà tutto il nostro mondo?"
"Noi prendiamo da noi stessi il cibo, ed il mondo è sempre stato qui. E se ci fosse una madre, dove sta? L’hai mai vista? Ti ha mai parlato? NO! Abbiamo inventato la madre perché soddisfa i nostri bisogni. Ci fa sentire al sicuro e felici."
"No, lei è qui: tutto intorno a noi. Viviamo grazie ad essa, ed in essa. Senza di lei non potremmo esistere!"
"Sciocchezze. Non mi sono mai accorto di qualcosa come ’una madre’. Non esiste proprio!"
"Eppure... a volte, quando scende il silenzio, si può sentirla cantare per noi.
O sentire come accarezza il nostro mondo".
P.S. No, Alyson non è di nuovo incinta! È solo una vecchia, bellissima, fotografia!
P.P.S. Questa è la libera interpretazione di una storia che mi lesse Jaap van de Wal ad un corso di Embriosofia. Per chi fosse curioso... http://www.embryo.nl/