Sono sicura che la pandemia abbia cambiato potentemente la nostra percezione di come spendiamo il tempo. Ha annientato le nostre abitudini, ha creato una tabula rasa nella quale ci siamo trovati inizialmente spiazzati, disorientati.
Ma poi ci ha dato tempo. Per riflettere.
Il covid ha anche impattato inevitabilmente sul nostro modo di lavorare: a volte RIDUCENDO le possibilità lavorative (vedi chiusura di palestre, ristoranti, centri yoga, ecc.), a volte AUMENTANDO il carico di lavoro (vedi farmacisti, medici e, perché no, psicologi); per qualcuno modificando IL MODO di lavorare (vedi smart working o nuovi lavori creativi che ci siamo inventati).
Ha prodotto una situazione sociale molto particolare e probabilmente non ce ne rendiamo conto, perché ci siamo immersi dentro, ma questo produrrà delle conseguenze.
Lo vedo tutti i giorni, in studio, mentre mi confronto con i pazienti. In moltissimi portate la fatica di uno stile di vita così organizzato, così frenetico. Portate la fatica di stare 8 ore al giorno sul posto di lavoro, di tornare a casa, sbrigare qualche faccenda e accasciarvi stanchi sul divano.
Vi chiedete: questa è vita? No! I bisogni stanno cambiando.
È l'evoluzione, bellezza! Se 50 anni fa si lottava per avere una garanzia sui propri bisogni materiali, oggi è giusto che si lotti per la soddisfazione di bisogni diversi, più sottili. Psicologici... forse addirittura spirituali?
In prima persona ho cercato di uscire da questo meccanismo di "schiavismo lavorativo" divincolandomi tra senso del dovere, senso di colpa e bollette da pagare.
Mi chiedevo che senso avesse pagare una donna delle pulizie per stare a lavoro fino a tardi, tornare stanca e non avere tempo per pulire e onorare la mia casa. Spendere soldi per comprare cibi confezionati (e quindi più costosi e meno sani), solo perché non ho il tempo di dedicare un'ora a cucinare.
E ho fatto la mia scelta. Ho scelto una vita lenta. Ho lasciato una vita veloce, più nervosa, che forse mi ero appiccicata addosso perché la società va così e non ci avevo troppo riflettuto.
Ho scelto un giorno libero in più alla settimana.
Pulisco la mia casa, impasto la pasta sfoglia per le mie torte salate, mondo le verdure che compro dal fruttuvendolo. E' un compromesso che al momento sento mio.
E quei momenti in pulisco, riordino, cucino... sono per me tempo che scorre lento, sono linfa che mi ricarica, sono attimi di meditazione, di celebrazione della vita, della mia casa, del mio regno, delle mie scelte.
So che non tutti hanno una partita iva e possono disporre in maniera consapevole del proprio tempo. Ma quel che sento è un malcontento generale verso quei ritmi imposti troppo incalzanti.
E ci vorrà tempo, ma arriverà un cambiamento per tutti.
Sono fiduciosa.
Anche i datori di lavoro e le aziende dovranno comprendere che i modi di valutare un lavoro si modificheranno,
come suggeriamo un questo post:
Si nota nella società la stessa evoluzione che avviene a livello psicologico personale.
Per capire meglio questo concetto, introduciamo la "piramide dei bisgni" di Maslow, molto famosa in psicologia.
Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti gerarchicamente in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore.
Alla base della piramide ci sono i bisogni essenziali alla sopravvivenza mentre salendo verso il vertice si incontrano i bisogni più immateriali.
Partendo dalla base della Piramide Motivazionale ci sono:
- i bisogni FISIOLOGICI: fame, sete, sonno, termoregolazione, ecc. Sono i bisogni connessi alla sopravvivenza fisica dell’individuo. Sono i primi a dover essere soddisfatti a causa dell’istinto di autoconservazione;
- i bisogni di SICUREZZA: protezione, tranquillità, prevedibilità, soppressione preoccupazioni e ansie, ecc. Devono garantire all’individuo protezione e tranquillità;
- i bisogni di APPARTENENZA: essere amato e amare, far parte di un gruppo, cooperare, partecipare, ecc. Questa categoria rappresenta l’aspirazione di ognuno di noi a essere un elemento della comunità;
- i bisogni di STIMA: essere rispettato, approvato, riconosciuto, ecc. L’individuo vuole sentirsi competente e produttivo;
- i bisogni di AUTOREALIZZAZIONE: realizzare la propria identità in base ad aspettative e potenzialità, occupare un ruolo sociale, ecc. Si tratta dell’aspirazione individuale a essere ciò che si vuole essere sfruttando le nostre facoltà mentali e fisiche.
Andando verso il vertice, quindi, ci si sposta da bisogni concreti e materiali a bisogni più sottili, psicologici, financo spirituali.
Riuscite a vedere come, la stessa evoluzione che avviene a livello micro all'interno dell'individuo, si ripropone a livello macro, all'interno della società?
E riuscite a vedere come, alimentando e prendendovi cura della vostra salita in questa piramide e rispondendo a vostri bisogni sempre più evoluti... in realtà aiutate l'intera società ad evolvere?