La vita della donna è un susseguirsi di cambiamenti: l’infanzia, l’adolescenza, la scoperta del corpo e la sessualità, il diventare donna, mamma e poi nonna. Sono tante le fasi che si attraversano e che influenzano la maggior parte delle sue aree vitali. Il menarca, la gravidanza, il post-partum, il puerperio e la menopausa sono alcuni dei momenti della vita di una donna che modificano fortemente l’assetto fisico generale del corpo. In questi profondi cambiamenti, i piani muscolari e fasciali sono direttamente interessati.
Una buona resistenza e tenuta delle strutture del pavimento pelvico è fondamentale per assicurare la statica pelvica, ossia per mantenere in sede gli organi della pelvi ed evitare la comparsa di disturbi come incontinenza urinaria e, più raramente, fecale, che si possono talora associare a una vera patologia quale è il prolasso dell’utero.
Il pavimento pelvico è l’insieme dei muscoli, fasce e legamenti che delimitano e chiudono verso il basso i visceri; indispensabile per il sostegno di uretra, vescica e utero, poiché si estendono come un’amaca, partendo dall’osso sacro fino all’osso pubico. ...Per intenderci meglio, è quella zona anatomica del nostro corpo che poggia sul sellino della bicicletta!
In una situazione di normalità, l’attivazione dei muscoli perineali garantisce una continenza urinaria e fecale, una buona vita sessuale e previene il prolasso vaginale e uterino. In gravidanza, il pavimento pelvico è soggetto a variazioni ormonali. La produzione di progesterone rende maggiormente rilassate tutte le strutture del nostro corpo. Il ruolo del pavimento pelvico durante la gravidanza, è quello di tenere "chiuso" il corpo della donna affinchè possa portare a compimento lo sviluppo del bambino fino al parto aiutando il corpo a sostenere il peso che, con il progredire della gestazione, aumenta.
La buona conoscenza del proprio pavimento pelvico le permette, durante il periodo espulsivo del parto, di rilassare i piani muscolari, prevenendo così lacerazioni e eventuali episiotomie. Durante il parto questo muscolo si dilata per permettere al bambino di passare.
Un’altra sfera influenzata è quella sessuale: la tonicità del perineo aiuta ad avere un ottimo controllo sull’orgasmo e una maggiore consapevolezza del proprio apparato genitale, essendo la zona delle più profonde emozioni e sensazioni della donna.
In ultimo, il pavimento pelvico se ben attivo e flessibile, garantisce un buon apporto di sangue alle mucose genitali prevenendo così cistiti ricorrenti, vaginiti e secchezza vaginale.
Il pavimento pelvico è quindi una zona "strategica" del corpo femminile. Ancora oggi, tante donne sanno che esiste, ma non tutte sanno cosa realmente sia e a cosa serva. La domanda che sorge spontanea è "Perché?". Ogni donna ha una propria motivazione; la più comune è che, essendo una zona che interviene in situazioni particolari e private di una donna, troppi tabù e pudori portano a non parlare di eventuali problematiche. Oltretutto è un’area nascosta del nostro corpo che difficilmente è riconoscibile.
COME POSSIAMO ALLENARLO E RIEDUCARLO? Le linee guida internazionali consigliano una valutazione approfondita condotta da un’Ostetrica specializzata a partire da 3-4 settimane dopo il parto ed un eventuale percorso personalizzato di trattamento e rieducazione funzionale. Tale percorso rappresenta l’unica valida soluzione anche nel caso delle problematiche specifiche sopracitate.
Esistono degli esercizi specifici, chiamati Esercizi di KEGEL dal nome del ginecologo Dr. Arnold Kegel che li ha ideati, che si sono rilevati molto efficaci. Sottolineo che tali esercizi possono essere eseguiti in autonomia solo in assenza di una patologia (in questo caso è opportuno contattare un esperto). Essi sono delle semplici contrazioni volontarie attuate per esercitare i muscoli del pavimento pelvico. Ad esempio, nella pratica, la donna a vescica vuota deve eseguire delle brevi contrazioni perineali con intervalli più lunghi rispetto ad esse per almeno 15 volte al giorno in piedi, seduta, sdraiata facendo attenzione a non contrarre glutei e cosce. Un secondo esercizio è quello della contrazione progressiva detto dell’ascensore in cui ci si concentra a contrarre con intensità crescente i muscoli, immaginando di salire di piano in piano con un ascensore, per poi rilasciarli gradualmente. Essendo una zona poco conosciuta esiste un esercizio per poter capire di quali muscoli stiamo parlando: è un movimento chiamato "pipì-stop" da utilizzare solo ed esclusivamente per l’identificazione dei giusti muscoli da allenare; consiste nell’arrestare il flusso dell’urina per poi riavviarlo subito dopo. E’ importante non eseguire questo movimento in maniera costante e continuativa, in quanto potrebbe compromettere il normale svuotamento della vescica con conseguenti infezioni urinarie. è però molto utile a livello identificativo. In gravidanza è importante, al fine di prevenire eventuali disfunzioni, iniziare a praticare gli esercizi per il pavimento pelvico fin dalle prime settimane di gestazione. Nel momento in cui ciò non accadesse e si dovessero riscontrare delle problematiche, è bene non aspettare che queste si risolvano spontaneamente, ma è necessario chiedere l’aiuto di un ginecologo o di un’ostetrica specializzata e, dopo un’adeguata valutazione, pianificare una specifica riabilitazione al fine di risolvere il problema ridando la giusta tonicità alla muscolatura pelvica. La Riabilitazione Perineale, in seguito ad un’accurata diagnosi, rappresenta oramai sempre più spesso la prima scelta terapeutica in quanto: di documentata efficacia (successo nell’80-95%); priva di effetti collaterali; indolore; non prevede assunzione di farmaci; è ripetibile; è personalizzata.La riabilitazione del pavimento pelvico è assolutamente consigliata in caso di: prolasso rettale, uterino o vescicale post menopausa post chirurgico ( emorroidi, isterectomia, prostatectomia), stipsi o incontinenza fecale e/o urinaria, sessualità dolorosa dopo il parto, dopo un cesareo o altri interventi ginecologici preparazione al parto. I risultati che si possono ottenere sono: diminuzione del dolore alla schiena, facendo lavorare correttamente il bacino e il perineo; postura allineata e minor tensione sulle spalle; maggior controllo sui muscoli quando si starnutisce o mentre si tossisce senza fastidiose perdite; maggiore consapevolezza del processo del parto preparazione pre-chirurgica per migliore esito post-chirurgico; velocizzazione dei tempi di recupero post-chirurgici; riduzione entità di eventuali perdite di funzionalità post-chirurgiche; recupero del piacere sessuale E’ bene sottolineare che il trattamento riabilitativo è comunque un valido supporto perché lascia al paziente una educazione ed una autonomia anche dopo la fine del trattamento, rendendolo consapevole dei corretti movimenti nelle attività quotidiane in modo da prevenire ricadute e nuove patologie.