Devo ammettere che tutti questi meme che recitano “revocata la laurea in medicina, basterà informarsi su internet” inizialmente mi hanno strappato un sorriso. Ma poi mi hanno fatta riflettere. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che non si può parlare in maniera attendibile, ad esempio, di un virus se non si è virologi. Ma allo stesso tempo mi sono posta un'altra domanda importante: quanta parte della NOSTRA salute viene completamente delegata ai medici e alla medicina? Quanto ci siamo DE-RESPONSABILIZZATI rispetto alla NOSTRA SALUTE?
Un semplice esempio: se ho il colesterolo alto, il medico mi prescriverà una pastiglia per abbassare il colesterolo. Ma non è detto che mi informerà sullo stile di vita che io DOVREI modificare per ridurre il mio colesterolo. E quando mi presenterò alla visita successiva, con grande probabilità, il medico mi chiederà se sto prendendo le pastiglie tutti i giorni, ma non mi chiederà se ho modificato le mie abitudini di vita.
Quale significato ha questo meccanismo? Probabilmente che io sarò portata a DELEGARE la MIA salute ad una pastiglia, che io non mi sentirò più pro-attivo rispetto al mio benessere. Che quello che in gergo si chiama “locus of control” ancora una volta si sposta all'esterno. E anche quando riguarda la mia personalissima salute.
Il rischio diviene è dunque l’attribuzione esterna del miglioramento, e l’attribuzione alla pillola, e non al soggetto, il merito del cambiamento in positivo.
In psicologia questo termine (locus of control) indica la modalità con cui un individuo ritiene che gli eventi della sua vita siano prodotti da SUOI comportamenti o azioni, oppure da cause ESTERNE E INDIPENDENTI dalla sua volontà. Ed è noto che la modalità più efficace sia avere un locus of control interno, in quanto questo aiuta a sentirci padroni della nostra vita e ci mette nella prospettiva di potere apportare dei cambiamenti senza accettare passivamente le cose.
Credo che uno dei compiti di ogni persona che si occupa medicina, di psicologia e in generale di ogni scienza che ha a che fare con l'uomo, sia di acquisire consapevolezza su una serie di questioni: “In quale contesto si collocano i problemi di cui mi occupo? In che modo questi problemi sono influenzati dal contesto sociale? In che modo lo influenzano? Quale ruolo ha la mia figura professionale in questa relazione?”
Credo che uno dei compiti delle persone che si interfacciano con la medicina sia informarsi, instaurare un dialogo costruttivo con il professionista che ha di fronte e soprattutto mantenere un locus of control interno, perchè la nostra salute dipende anche da noi e i nostri comportamenti rappresentano la prima vera prevenzione.
Federica Gandini, Psicologa e Psicoterapeuta