Per anni ho sofferto di quella che viene definita "dismenorrea" (stavo anche portando avando un percorso diagnostico per la “dismenorrea”, che come sapete è mooooolto lungo, poco prima di avere una gravidanza ed interrompere gli approfondimenti, per via della remissione dei sintomi). Nel mio caso dismenorrei (o endometriosi?) significava un cocktail atomico dei seguenti sintomi: dissenteria, nausea, talvolta vomito, crampi addominali, brividi di freddo alternati a vampate di caldo... e infine, talvolta, svenimento. Andatelo voi a spiegare ai colleghi che una volta al mese ti ritrovi in preda a questi spasmi, e al termine sei completamente dolorante e priva di forze.
Mi sono sempre sentita schiava di un evento che, di per sé, dovrebbe essere così naturale.
Un evento che lega irrevocabilmente le donne alla terra, ai cicli lunari, al flusso delle maree, alle correnti magnetiche.
Il nostro ciclo biologico dovrebbe ricordarci ogni mese la nostra ineluttabile appartenenza al processo evolutivo della terra.
Lo sciamanismo femminile, praticato ancora oggi in alcune zone dell’America Latina, si basa sul culto del sangue del parto e delle mestruazioni. Si narra che le donne di queste comunità mestruassero contemporaneamente, secondo le fasi lunari. Provate ad immagine il potere di un’intera comunità di donne che entrano del periodo mestruale insieme e si riunisce nella cosidetta “tenda rossa” per celebrare il sangue, il suo potere e il rinnovamento.
Jodorowsky racconta di come esse si ritrovassero la notte, nei campi, a ballare tra i solchi del terreno, lasciando il flusso libero. Questo rituale sacro era utile all’agricoltura e serviva per fertilizzare la terra. Il sangue mestruale, in virtù della sua stessa composizione, è infatti ritenuto una sostanza straordinaria e potente.
Anche i lama tibetani riconoscono il potere del primo sangue di una ragazza, celebrandolo e ritenendolo il farmaco più potente per la comunità.
Il sangue mestruale veniva inoltre offerto dalle sciamane cilene, in cerimonie rituali, sull’altare alla Madre Terra -importante sottolineare che quello mestruale è l’unico sangue "etico", che non comporta l’uccisione di alcun essere vivente-.
E invece oggi il ciclo mestruale viene visto come un tabù. Nella società occidentale non viene posta nessuna particolare attenzione a quell’evento.
Anzi. Le attenzioni che vengono richieste sono al fine di nasconderlo, di proteggerci dal suo flusso, evitare ogni contatto agli altri. Gli uomini "in quei giorni" ci trovano difficili. "Sei mestruata?", ci chiedono. È un fastidio, e cerchiamo di comportarci come se non stesse accadendo nulla fuori dall’ordinario, cerchiamo di andare in palestra, muoverci con disinvoltura, e dimenticarci di avere le mestruazioni.
E invece il flusso mestruale è un evento non-ordinario, e richiede che la donna si distolga da alcune delle attività ordinarie. Che possa rallentare, ascoltarsi, seguire i suoi ritmi.
Dentro di sé, ogni mese, la donna muore, e si rinnova. E anche se questo processo di morte e rinascita non viene riconosciuto consciamente, il corpo, comunque, lo esperisce come tale. Ad ogni ciclo l’utero rinnova la sua mucosa, veniamo quindi "liberate" dal passato, da ciò che avrebbe potuto essere, che viene lasciato andare, e ci si prepara per un progetto futuro. "Gli ormoni spostano il loro accento dalla nascita alla morte, e poi ancora alla nuova vita", dice Vicki Noble nel libro Il risveglio della Dea.
E allora, in questo mese dedicato priprio alle mestruazioni, rifletto su questo. Su come ogni mese ci svuotiamo di energia, su come poi ci ricarichiamo. Su come le stagioni e le energie cambiano e si trasformino anche dentro di noi, su come la nostra energia diminuisca, per poi fiduciosa ricomparire, su come ci rinnoviamo e ci prepariamo ad accogliere un nuovo ciclo.
Rifletto sui miei problemi mestruali, e sulla mia difficoltà a lasciare andare il vecchio per fare spazio al nuovo. Rifletto sui sensi di colpa che si scatenano in me ogni volta che devo lasciare una situazione, un ambiente, una relazione che è giusto che muoia. Rifletto sul mio bisogno di acquisire fiducia nell’andamento ciclico, che ogni volta ritorna; sulla mia incapacità di sganciarmi dal vecchio, prima ancora di avere intuito il nuovo.
Forse questo è ciò che mi ha insegnato il mio ciclo doloroso, durante tutti questi anni. La fiducia nel rinnovamento, la capacità di lasciare andare.