Un parto cesareo è un intervento chirurgico durante il quale il bambino nasce attraverso un'incisione praticata sulla parete sia dell'addome che dell'utero. La cicatrice che ne consegue avrà una lunghezza che varia dagli 8 ai 15cm. Ora... Prendiamo un righello e realizziamo quanti siano 15cm. Spesso, quando si pensa alla cicatrice del cesareo, si tende a sminuirla, pensare ad un semplice "taglietto", in realtà è un vero e proprio intervento e come tale deve essere considerato. A livello osteopatico è molto importante trattare le cicatrici, non solo quelle da cesareo, in quanto esse creano delle aderenze che nel tempo possono modificare la postura e creare ipomobilità del tratto interessato, fibrosi, meno elasticità del tessuto e possibile formazione di cicatrice rigida o cheloide. I tagli effettuati interferiscono con la distribuzione delle forze a livello fasciale e creano adesioni nei tessuti circostanti e possono portare alla comparsa di diverse sintomatologie come lombalgie o dolori durante i rapporti.
Perciò quando è possibile rivolgersi all'osteopata per farle trattare? Subito dopo la cicatrizzazione definitiva, quando la cicatrice si è completamente chiusa (le tempistiche possono essere soggettive, quindi è bene avere un parere dal medico, ginecolog*, ostetric* di riferimento).
Un consiglio utile, per evitare la formazione di aderenze, potrebbe essere quello, dopo un mese dal parto, (nel rispetto della guarigione ciatriziale) di automassaggiare la cicatrice giornalmente con dei movimenti circolari.
Un'altra accortezza è di non abusare della pancera, perché favorisce l'indebolimento della muscolatura addominale se indossata troppo a lungo.