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Matrimonio (vivi o morti)

2021-10-13 11:14

Federica Gandini, Psicologa e Psicoterapeuta

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Matrimonio (vivi o morti)

E' questa impossibilità di fuga, in parte esaltante, in parte tormentosa, che costituisce la specificità di questo percorso".

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Secondo Jung il senso ultimo dell'esistenza è il percorso di INDIVIDUAZIONE.  Individuarsi significa "semplicemente" diventare sè stessi. Sviluppare la propria personalità. Significa conoscersi in maniera sempre più profonda e autentica, integrando le proprie "parti-ombra" e arrivando ad una personalità più integrata, appunto, più tonda, più completa.

 

Sempre secondo Jung, una delle vie di individuazione è rappresentata dal matrimonio. Il matrimonio, infatti, permette agli uomini di confrontarsi con il prorio lato femminile, sensibile e sensitivo, che Jung chiama Anima; e alle donne con il proprio lato maschile, direzionato e orientato: Animus (e questo è vero anche per le coppie omosessuali, perchè parliamo della "Coniuction oppositorum", la riunificazione degli opposti, che rappresenta uno dei simboli del processo di individuazione, al di là dei concetti di "maschio" e femmina"). Il matrimonio, o più in generale la relazione, dovrebbe sostanzialmente consentire al singolo di confrontarsi con il suo opposto e di integrarlo. Ed è lì che risiede la completezza, l'evoluzione individuale: nell'integrazione, non nell'esclusione. E' in questo senso che le relazioni possono portarci ad una enorme crescita personale: perchè ci permettono di vedere lati che, senza un confronto autentico, rimarrebbero nell'ombra.

 

Il matrimonio però non è solo esperienza di amore e condivisione, anzi, talvolta è anche un'esperienza distruttiva e talvolta di rifiuto e, secondo Jung, una tappa fondamentale del processo di individuazione, è proprio fare esperienza del nostro lato oscuro e distruttivo.  Non temete quindi i momenti di conflitto e allontanamento: sono momenti proficui e fecondi.

"Il confronto che i due coniugi portano avantiper tutta la vita potrebbe rappresentare una via speciale verso la ricerca della propria anima, una forma speciale di individuazione. E uno dei tratti distintivi di questo percorso di individuazione è proprio l'ineluttabilità". Così come l'eremita non può fuggire a se stesso, così nessuno dei due coniugi può sfuggire al partner. "

E' questa impossibilità di fuga, in parte esaltante, in parte tormentosa, che costituisce la specificità di questo percorso". 

 

L'elemento distintivo del matrimonio, di questa "via di individuazione", è anche la sua durata quasi "contro natura": fino a che morte non ci separi. In questo lungo percorso di confronto ciascuno dei due partenr è destinato, prima o poi, a scontrarsi con il lato psicopatico dell'altro. 

 

Il matrimonio prevede in effetti che due persone, solitamente di sesso diverso, con una storia familiare ed un'educazione completamente differente alle spalle, guidate da immagini, fantasie, "miti" completamente diversi, con una carica vitale differente, si promettano di stare insieme tutta la vita. E' una via complicata e di certo non permette a tutti di individuarsi: "Nel matrimonio il marito e la moglie  si dovrebbero poter sviluppare e realizzare a pieno dal punto di vista psicologico. Ma che entrambi si realizzino non è un fatto ovvio nè naturale. 

 

 

Il matrimonio, quindi, è semplicemente UNA delle vie di individuazione. Una tra le tante. Qualcuno potrebbe invece individuarsi diventando un artista. Qualcuno potrebbe trovare nella musica la propria via di individuazione. Qualcuno la potrebbe trovare nella propria professione: si pensi ad uno psicoterapeuta, o ad un grande chef, che investe tutte le sue risorse in questa via di realizzazione.

 

Perchè allora, si pensa che tutti debbano trovare la propria "via di salvezza" nel matrimonio?

"A nessuno viene in mente di pretendere che la maggior parte delle persone debba diventare artista, ma ci si aspetta che un individuo normale, raggiunta una certa età, si sposi. 

Questa è una grande limitazione imposta dalla società, che non lascia liberi di sperimentare e investire autenticamente la persona nella propria via di individuazione per omologarsi e rispondere ad aspettative sociali. Ma che sopratutto toglie valore al matrimonio in quanto via di individuazione. 

 

Solo pochi avvenimenti dell'esistenza umana sono circondati da una profonda ritualità e da cermonie religiose tanto quanto il matrimonio.  Solo la nascita e la morte, in effetti.

"Uno dei temi centrali dell'individuazione è il prodigio rappresentato dal fatto che l'esistenza umana produce frutti soltanto nella grande polarità maschile-femminile", nell'unione tra gli opposti, che da sempre rappresenta il più grande simbolo di integrazione, individuazione ed evoluzione. Si pensi allo yin e yang, alla coniuction oppositorum, allo hieros gamos e così via. Riproponendo una visione del matrimionio (e delle relazioni) di questo tipo, esso potrebbe riacquistare la sacralità di cui è sempre stato circondato e il senso intimo e profondo che un unione dovrebbe avere per l'individuo. 

 

Bibliografia:

Matrimonio - Vivi o morti di  Adolf Guggenbühl-Craig, 1977

 

Adolf Guggenbühl-Craig (Zurigo, 1923), psichiatra e psicoterapeuta, è stato direttore, oltre che docente, dello Jung Institut, e presidente dell'Associazione Internazionale di Psicologia Analitica; collaboratore fin dagli inizi della rivista "Anima".